L’ipoacusia non ha età: anche i giovani possono soffrirne. Ecco come riconoscerla e affrontarla
Quando si parla di perdita uditiva si pensa subito agli anziani. In realtà, l’ipoacusia giovanile è un fenomeno più diffuso di quanto si creda e riguarda bambini, adolescenti e giovani adulti. Non si tratta di un problema raro, né improvviso: spesso avanza lentamente, senza sintomi evidenti, e proprio per questo viene sottovalutato. Comprendere le cause, riconoscere i segnali e intervenire in tempo significa proteggere non solo l’udito, ma anche la qualità della vita futura.
Perché l’ipoacusia colpisce anche i giovani
Le cause dell’ipoacusia nei giovani sono molteplici e non riguardano solo la genetica. Esistono predisposizioni familiari, certo, ma nella maggior parte dei casi il calo uditivo è legato a fattori ambientali, abitudini scorrette o condizioni mediche non trattate.
Uno dei motivi più comuni è l’esposizione al rumore. Auricolari troppo potenti, concerti, palestre, locali e cuffie usate per molte ore al giorno possono affaticare l’orecchio interno fino a danneggiare le cellule ciliate, deputate alla trasmissione dei suoni. Anche infezioni non curate (come otiti ricorrenti), traumi alla testa, accumulo di cerume o l’utilizzo di farmaci ototossici possono incidere precocemente sulla capacità uditiva.
Accanto a queste cause, non va dimenticato lo stile di vita moderno: l’inquinamento acustico è in aumento e spinge l’orecchio a uno sforzo continuo, soprattutto nei ragazzi che vivono in contesti urbani, studiano con la musica in sottofondo e passano molte ore con le cuffie indossate.
Come riconoscere i sintomi nei giovani
L’ipoacusia giovanile è spesso subdola perché non sempre si manifesta con un calo evidente. Più frequentemente, i segnali sono sottili e si confondono con distrazione o stanchezza.
Tra i sintomi più comuni:
- la sensazione che le persone “parlino piano”,
- difficoltà a seguire conversazioni in compagnia o in luoghi rumorosi,
- necessità di alzare spesso il volume della TV o della musica,
- fatica a concentrarsi a scuola o sul lavoro,
- ronzio o fischio nelle orecchie (tinnito).
Nei bambini e negli adolescenti si possono notare anche irritabilità, calo del rendimento scolastico, tendenza a isolarsi o difficoltà nel linguaggio. Spesso non è il ragazzo a rendersi conto del problema: sono i familiari o gli insegnanti a notare i primi cambiamenti.
Perché intervenire presto è fondamentale
La perdita uditiva non trattata può portare, nel tempo, a difficoltà comunicative, problemi di apprendimento, insicurezza, stress, isolamento sociale e persino alterazioni emotive come ansia o frustrazione. Nel lungo periodo, un’ipoacusia trascurata riduce la stimolazione del cervello, che è costretto a lavorare di più per decifrare i suoni e può perdere parte della sua capacità di elaborare il linguaggio.
Intervenire tempestivamente con un controllo audiometrico permette di fotografare la situazione e, se necessario, intraprendere un percorso mirato. La diagnosi precoce è una delle armi più importanti per evitare peggioramenti: non solo si può proteggere la parte di udito ancora sana, ma si può anche recuperare una migliore qualità della vita con trattamenti adeguati.
Fattori che possono compromettere l’udito dei giovani
Oltre alla predisposizione genetica, che può rendere alcuni ragazzi più vulnerabili, esistono diversi elementi che possono danneggiare l’udito in età precoce:
- rumore prolungato e ad alto volume, soprattutto tramite cuffie e auricolari
- otiti non curate o infezioni ricorrenti
- traumi cranici o barotraumi legati a immersioni, sport o improvvisi cambi di pressione
- farmaci ototossici (alcuni antibiotici, diuretici, chemioterapici)
- accumulo di cerume che, se non rimosso correttamente, può ostacolare la conduzione sonora
- malattie virali come parotite o meningite, che in alcuni casi colpiscono l’orecchio interno
- inquinamento acustico urbano, spesso sottovalutato
Ridurre questi fattori di rischio fa già una grande differenza, ma il punto di partenza resta sempre la prevenzione.
Come prevenire l’ipoacusia giovanile
Proteggere l’udito dei giovani è possibile con poche abitudini corrette. Limitare il volume delle cuffie (non oltre il 60% del massimo), fare pause regolari, evitare rumori intensi e non ignorare infezioni o dolori all’orecchio sono gesti semplici ma fondamentali. Utilizzare protezioni acustiche durante concerti o allenamenti in palestra può aiutare a preservare le strutture sensibili dell’orecchio interno.
Infine, un controllo dell’udito periodico — anche in assenza di sintomi — rappresenta un investimento per il futuro. È un esame non invasivo, rapido e in grado di intercettare cambiamenti ancora impercettibili.
Conclusione
L’ipoacusia nei giovani è un problema reale, spesso sottovalutato, ma con buone possibilità di prevenzione e trattamento. Riconoscere i sintomi, comprendere le cause e agire con tempestività è il modo migliore per proteggere la salute uditiva e garantire a bambini, adolescenti e giovani adulti una vita ricca di relazioni, concentrazione, benessere e sicurezza.













